Orologi ad aria compressa:
gli orologi pneumatici
Per il "tempo pubblico" vengono e venivano realizzati orologi - madre che controllano quelli dislocati nei vari punti della città, chiamati orologi - satellite.
In pratica con un solo vero orologio, come strumento di misura, se ne comandano molti altri provvisti solo di quadrante e lancette.
I vantaggi che offrono questi sistemi sono i minori costi e la sincronizzazione perfetta.
Oggi i più diffusi sono quelli elettronici, ma in passato ci fu una variante del sistema: gli orologi pubblici ad aria compressa (realizzazione eseguita a Parigi).
Cenni storici
La società "Compagnie Parisienne de l'Air Comprimé", fondata nel 1881, realizzò a Parigi un sistema di distribuzione dell'ora a domicilio, per mezzo d'una rete di tubazioni che nel 1889 raggiunse l'estensione di circa 25 Km.
Il fondatore della società, nonché colui che ebbe l'idea e che la realizzò, fu Vittorio Popp.
La stampa dell'epoca scrisse che si poteva avere in casa, al prezzo di 5 centesimi al giorno, l'ora precisa dell'osservatorio, senza doversi occupare di caricare, regolare o riparare quegli orologi.
Come erano fatti e come funzionavano

Dalla cisterna, fluiva in un serbatoio più piccolo ad una pressione di +5 ATM, collegato all'orologio - madre.
Da qui veniva canalizzata, tramite tubazioni, verso gli orologi - satellite.
In una grande cisterna d'acciaio era pompata dell'aria, dopo essere stata "asciugata" dall'umidità passandola nella calce.

In ognuno di questi c'era un piccolo serbatoio, il quale aveva imperniata all'estremità una leva: questa comandava un cricchetto che andava a lavorare con una ruota di 60 denti, collegata alla lancetta dei minuti.
La pressione rilasciata dai serbatoi (ogni minuto un tot) faceva sollevare la leva, il cricchetto agiva sulla ruota e la lancetta dei minuti compiva uno scatto in avanti, spostando leggermente anche quella delle ore.
Era un sistema economico e funzionava anche in assenza di corrente.
I difetti
I difetti che fecero abbandonare ben presto la strada degli orologi ad aria compressa furono essenzialmente due.
Il primo riguardava le condutture che portavano l'aria: infatti, dovevano essere sempre in ottimo stato e senza falle, per non compromettere, non solo la funzionalità di un orologio-satellite, ma dell'intero apparato.
Il secondo, la sincronia: considerando che l'aria impiega un certo tempo a passare nei tubi, gli orologi più vicini all'orologio - madre scattavano contemporaneamente, mentre quelli più lontani con ritardo in base alla loro lontananza.
Compromettere la sincronia dei vari orologi non aveva senso.
L'utilizzo sempre più massiccio dell'elettricità, contribuì alla morte di questo sistema.
Per questi motivi gli orologi ad aria compressa non ebbero grande successo e smisero di essere utilizzati.