Gli orologi notturni
La nascita degli orologi notturni
Dopo la sua elezione, il papa Alessandro VII cominciò a soffrire d'insonnia a causa dell'importantissimo compito affidatogli.
I fratelli Pier Tommaso (orologiaio del Vaticano) e Giuseppe Campani si misero all'opera per costruire un orologio silenzioso, in cui il quadrante si potesse leggere al buio, senza accendere un lume, risolvendo i problemi del papa.
Com'erano fatti

Per eliminare il rumore si costruì un cilindro ad asse orizzontale, rotante e diviso in quattro settori comunicanti tra loro per mezzo di un foro in cui scorreva il mercurio in rapida successione da un comparto all'altro per regolare il moto dell'orologio silenziosamente.
Il cilindro venne fatto in avorio insensibile, rispetto all'ottone, all'azione corrosiva del mercurio.
Per vedere l'ora al buio s'idearono tre dischi rotanti con traforate le ore e poste su un disco anch'esso rotante che quando passavano in un'apertura di circa 180° si poteva leggere l'ora e anche i quarti a seconda della posizione.
Ponendo un lume all'interno della cassa la cifra veniva illuminata, questa percorreva l'intero arco per poi giungere al termine con contrapposta la cifra dell'ora successiva: tale posizione indicava l'ora intera.
Sopra l'arco erano traforati i quarti che venivano anch'essi illuminati.
Vi era poi un "camino" per il ricambio dell'aria e lo smaltimento del calore della fiamma.
Lo stile delle casse era d'ispirazione religiosa: in legno di pero ebanizzato (trattato con gallato di ferro), a forma di confessionale barocco, con a volte decorazioni in bronzo dorato.
Sono giunti ai nostri giorni pochissimi pezzi con verniciatura originale (le vernici si staccano facilmente dal rame soprattutto con il calore).
I ritocchi pittorici erano frequenti perché l'orologio doveva essere rimesso costantemente muovendo il disco, ma per far ciò bisognava toccare il quadrante (spesso le dita erano sporche).
Le accuse
Nel marzo 1656 presentarono il loro lavoro ad Alessandro VII che, molto soddisfatto, gli concesse un "privilegio papale" (corrispondente all'odierno brevetto).
Alcuni obbiettarono che le "invenzioni" dei fratelli erano conosciute già da tempo, così venne nominata una commissione, per valutare i fatti.
Dopo un anno si concluse che le invenzioni erano tutte dei due fratelli.
La lite
Giuseppe riconobbe che il tipo di scappamento usato era criticabile e si mise a studiarne uno nuovo da solo.
Costruì così uno scappamento chiamato "a manovella" che montò su un nuovo orologio ottenendo una precisione maggiore rispetto a quella col cilindro.
Giuseppe lo presentò al papa che gli concesse un altro "privilegio papale".
Tommaso si mise a produrre in proprio, uno scappamento simile ma più complicato di quello del fratello rivendicandone l'invenzione.
Scoppiò, così, una lite tra fratelli che portò all'abbandono di entrambi del laboratorio comune e la pubblicazione di libri accusatori.
Il fratello prete Matteo più grande non intervenne a fare da paciere perché attribuiva l'invenzione a Giuseppe.
Oggi non sappiamo com'è andato a finire il contrasto.
Conclusioni
Gli orologi notturni sono oggi rari e di gran valore.
Quelli dei fratelli Campani sono ovviamente quelli più ambiti.