Il Felsa Bidynator




Solo dopo la scadenza dei brevetti Rolex, dell'Oyster Perpetual (inizi anni '40), iniziarono a diffondersi orologi automatici d'altre fabbriche.
Miglioramenti notevoli si ebbero con il Bidynator della Felsa del 1942.
Vediamo quali furono gli sviluppi e le nuove invenzioni.

Movimento Felsa Bidynator
Malgrado sia marchiato Eberhard, si tratta di un movimento Felsa Bidynator

Il rotore

Il rotore non gira più intorno al meccanismo ma ci ruota sopra e ne ha lo stesso diametro; di conseguenza i movimenti impiegati sono più grandi, facendo aumentare la precisione.

La parte periferica del rotore fu appesantita con del piombo, pur mantenendolo sottile; quest'accorgimento n'aumenta l'inerzia, portando a maggiori movimenti utili alla ricarica della molla (ampiezze d'oscillazione del rotore superiori).
Si riscontra, così, una maggiore e più facile ricarica dell'orologio automatico.

Aveva un semplice, ma innovativo, sistema per distaccare il rotore e accedere al meccanismo sottostante.
Bastava spingere, nella direzione indicata dalla freccia stampata sul rotore, una levetta (tenuta in posizione da una molla), per separarlo dalla meccanica.

Per evitare che il rotore giri durante la ricarica manuale, su una ruota del treno demoltiplicatore sono stati fatti dei fori equidistanti tra loro radialmente, nei quali s'impegna una molla solidale al pignone dell'ingranaggio.
Quest'impegno avviene solo durante la ricarica del rotore, mentre nel corso della carica manuale attraverso la corona, la molla si libera, scivolando da un foro all'altro, senza trascinare la ruota e quindi nemmeno il rotore.

L'invertitore del Bidynator

Questo dispositivo permette di sfruttare entrambi i sensi di rotazione del rotore, sia orari sia antiorari.

Una ruota è fissata solidalmente al rotore (chiamata conduttrice) che va ad ingranare con un pignone mobile (pignone di rinvio) grazie ad una levetta (leva d'inversione), la quale ha due limitatori per evitare l'eccessiva penetrazione dei denti che potrebbero impuntarsi e bloccare il treno dell'automatico.
Secondo il senso del rotore, il pignone di rinvio si sposta per ingranare con due diverse ruote (ma in contatto fra loro) secondo il senso stesso.
Ad una di queste ne ingrana un'altra la quale gira sempre nel solito senso indipendentemente da quello del rotore.
Attraverso la continuazione del treno demoltiplicatore dell'automatico, il moto di questa ruota arriva al rocchetto del bariletto, caricando la molla.

Altre innovazioni

Il rotore e l'invertitore del Felsa Bidynator sono le evoluzioni più rilevanti, ma ce ne sono anche delle altre sicuramente degne di essere citate.

Per quanto riguarda l'organo motore: rocchetto, asse e nocciolo sono un tutt'uno (il quale chiude direttamente il bariletto), mentre sul fondo c'è un cilindro cavo che va ad inserirsi nella gola ricavata nel nocciolo.

Anche la molla motrice è più evoluta che quella montata sul Rolex Oyster Perpetual.

Il datario è del tipo "a finestrella".

Ci sono i secondi al centro diretti.

Alcune versioni avevano la riserva di marcia.