Il primo orologio automatico




Fu ideato da Perrelet, Sarton, Breguet o altri?

Fino ad alcuni anni fa, si attribuiva la paternità del primo orologio automatico ad Abraham-Louis Perrelet, in base ad un'ipotesi di Alfred Chapuis esposta nel libro pubblicato nel 1952 "La Montre automatique ancienne, un siècle et demi d'histoire, 1770-1931".

Negli ultimi anni però sono stati fatti ritrovamenti che smentirebbero questa convinzione, in particolare con le ricerche fatte da Richard Watkins e riportate nel suo libro intitolato "The Origin of Selfwinding Watches - 1773-1779".

In questo libro vengono descritte le origini dell'orologio automatico, sotto gli aspetti storici e tecnici, basati sulla documentazione disponibile ritrovata.

Esponendola nel dettaglio e basandosi sulle meccaniche giunte fino a noi, lo stesso Watkins non attribuisce con assoluta certezza la paternità dell'invenzione dell'orologio automatico, ma attraverso deduzioni logiche illustra le diverse e possibili interpretazioni.

Una recensione in italiano del libro di Watkins:
orologiko.it

Di seguito quindi andiamo a ripercorrere questo piccolo ma affascinante frammento di storia dell'orologeria, ancora coperto da un velo di mistero.

A seguire analizzeranno un po' più nel dettaglio alcuni degli aspetti tecnici.

La nascita dell'idea e il suo sviluppo

Tutto ebbe inizio quando nel 1773 l'articolo di un giornale dava la notizia che Joseph Tlustos aveva inventato un orologio che non aveva bisogno di essere ricaricato.
Il suo funzionamento però si basava sul presupposto del moto perpetuo, quindi di fatto irrealizzabile.

Abraham-Louis Perrelet
Abraham-Louis Perrelet

Questa notizia giunse fino ad Abram Louys Perrelet a Le Locle, che incuriosito iniziò a studiare un modo per realizzare tali orologi.
Fra il 1775 e il 1776 creò il suo primo orologio a carica automatica, usando un meccanismo con ricarica-laterale e probabilmente con scappamento a cilindro.

La notizia della realizzazione di Perrelet si diffuse presto in tutta Europa.
Altri 2 orologiai se ne occuparono e nel 1777 fecero i loro primi prototipi.

I primi tentativi di Abraham-Louis Breguet a Parigi avevano la ricarica-laterale, lo scappamento a verga e bariletti remontoir.
Malgrado il design di successo, erano troppo complessi e costosi per essere fabbricati e venduti.

Hubert Sarton a Liegi nello stesso anno disegnò il movimento con rotore.
Un anno dopo, nel 1778, iniziò a venderli e ne inviò uno all'Académie Royale des Sciences di Parigi su cui venne fatta una dettagliata descrizione del meccanismo.

Breguet ebbe poi l'occasione di vedere e studiare i disegni di un meccanismo di Perrelet, grazie a Louis Recordon che in seguito detenne il brevetto per movimenti con ricarica-laterale, conoide e scappamento a verga (anche se non è chiaro chi lo progettò effettivamente).

Infine, nel 1779 un orologiaio sconosciuto visti gli orologi con ricarica-laterale di Perrelet e il rotore di Sarton, prese le migliori caratteristiche di entrambi per combinarle in un meccanismo con la ricarica-centrale.

Ricapitolando entro la fine del 1779, in soli 7 anni, tutti e 5 i meccanismi progettati (e a noi conosciuti) erano stati costruiti.






Perrelet
Movimento con ricarica-laterale e scappamento a cilindro o a virgola

Movimento con ricarica-laterale attribuibile a Perrelet
Movimento con ricarica-laterale attribuibile a Perrelet
Breguet
Movimento con ricarica-laterale, bariletto remontoir e scappamento a verga

Per gentile concessione
"Musée d'art et d'histoire de Genève, collections d'horlogerie"
Per gentile concessione
"Musée d'art et d'histoire de Genève, collections d'horlogerie"



Sarton
Movimento con rotore, conoide e scappamento a verga

Movimento con rotore attribuibile a Sarton



Recordon
Movimento con ricarica-laterale, conoide e scappamento a verga

Movimento firmato Recordon



Orologiaio sconosciuto
Movimento con ricarica-centrale e scappamento a cilindro o a virgola

Movimento con ricarica-centrale


Note tecniche importanti

A supporto della precedente narrazione (ricordando comunque che non vi è l'assoluta certezza di quanto esposto) è opportuno spiegare alcuni aspetti tecnici essenziali.

SISTEMI DI RICARICA

Prima di tutto va chiarita la questione della classificazione del tipo di ricarica impiegata.
Capiremo in questo modo chi è attualmente considerato il primo ideatore dell'orologio automatico.

I meccanismi con ricarica-laterale
Hanno un peso spostato tutto da una parte, tenuto orizzontalmente da un braccio imperniato sul lato opposto. Questo peso si può muovere di circa 40º su e giù.
Ci sono molti meccanismi conosciuti di questo tipo, anche se con costruzioni e design molto diversi.

I meccanismi con ricarica-centrale
Concettualmente molto simili ai precedenti, il peso oltre a muoversi di circa 120º, è imperniato al centro.
Attualmente ne sono stati ritrovati 6 e tutti tecnicamente identici.

I meccanismi con il rotore
In questi il peso è imperniato al centro, ma a differenza dei precedenti è completamente libero di girare di 360º.
Attualmente ne sono stati ritrovati 5 e tutti tecnicamente identici.

Hubert Sarton
Hubert Sarton

Possiamo quindi affermare che Hubert Sarton sia stato il primo a realizzare un orologio automatico con gli stessi principi di funzionamento di quelli moderni, ideando la massa oscillante completamente libera di ruotare di 360º.

Un aspetto interessante è capire per quale motivo fosse necessario fare un peso che si possa muove soltanto su e giù.
Anche dopo esser venuti a conoscenza del movimento di Sarton e del rotore, perché altri orologiai (fra cui anche Breguet) non adottarono questo sistema?
La risposta si può trovare facilmente se rammentiamo in quale epoca storica ci troviamo: a quel tempo infatti erano solo orologi da tasca!
Al polso gli orologi vengono agitati molto, ma nella tasca di un panciotto?
Provate a mettere il vostro orologio automatico nella tasca della giacca, in quella della camicia o dei pantaloni, dopo pochi giorni lo troverete fermo, nonostante quelli moderni abbiano maggiore inerzia con imperniata la massa oscillante ad un sensibilissimo cuscinetto a sfere.

Bisogna anche pensare che nel XVIII secolo il mezzo di trasporto era il cavallo.
Probabilmente il movimento sali-scendi del peso era proprio pensato per tale eventualità: i bruschi movimenti verticali a cavallo erano ottimali per ricaricare gli orologi con ricarica-laterale o ricarica-centrale, tanto che vennero anche chiamati "orologi da cavaliere".

Malgrado questa particolare eccezione, molto probabilmente i primi orologi automatici non riuscivano comunque a caricare, anche considerando il fatto che i pesi erano costruiti più pesanti al centro e più sottili (quindi leggeri) in periferia, al contrario del modo corretto in cui vengono costruiti oggi.

GLI SCAPPAMENTI

Interessante è anche notare quali scappamenti sono stati impiegati.

Scappamento a verga
Lo scappamento a verga era il più impiegato dell'epoca. Ha il difetto di non essere affatto preciso con il variare della forza erogata dalla molla motrice, quindi era necessario equilibrarne la potenza.
Gli orologi con questo scappamento, quindi, avevano inevitabilmente una costruzione più complessa.

Scappamento a cilindro e scappamento a virgola
Essendo molto più precisi anche con il variare della forza della molla, al contrario dello scappamento a verga, hanno avuto il pregio di aver semplificato molto la costruzione dei primi orologi automatici.

Abraham-Louis Breguet
Abraham-Louis Breguet

Gli orologi con scappamento a verga fino ad allora avevano obbligatoriamente il conoide, per mantenere costante la forza erogata e preservare la precisione.

Gli orologi automatici stessi sopperiscono leggermente a questo difetto, in quanto per molte ore al giorno lo stato di carica della molla rimane più o meno costante.

Nonostante questo in molti movimenti si continua ad impiegare il conoide, anche in quelli con scappamento a cilindro.

Questo per tradizione costruttiva e per testardaggine.

Breguet adotta anche un altro sistema per far erogare una forza costante: usa i bariletti remontoir.
Una costruzione decisamente più semplice rispetto a quella del conoide.
Sostanzialmente un bariletto veniva ricaricato dal peso, mentre l'altro spingeva il treno del tempo.
Con un sistema di leve di bloccaggio quest'ultimo era ricaricato dall'altro ogni suo mezzo giro.
In questo modo il treno del tempo veniva spinto pressoché dalla stessa forza della molla.

Per gentile concessione
"Musée d'art et d'histoire de Genève, collections d'horlogerie"
Per gentile concessione
"Musée d'art et d'histoire de Genève, collections d'horlogerie"

Conclusioni

Purtroppo si perse la memoria dei primi orologi automatici e solo nel 1949 venne ritrovato un'esemplare da Léon Leroy, quando ormai era stato già re-inventato tutto.





Si ringrazia:
Richard Watkins per la disponibilità e l'aiuto nella stesura dell'articolo
"Musée d'art et d'histoire de Genève" per aver fornito alcune delle foto