Orologio elettronico al quarzo




All'inizio del 1900 si è scoperto una particolare proprietà del quarzo:
sotto un impulso di una scarica elettrica, oscilla con grande regolarità.

Grazie a questa scoperta oggi è possibile avere al polso orologi di grande precisione che due secoli fa non si poteva neppure immaginare.

Il suo funzionamento

Oggi si usano barrette di quarzo prodotte artificialmente.
Queste vengono sospese sottovuoto in una "capsula" con dei fili che trasmettono la corrente necessaria per il funzionamento.

Grazie ai fili il quarzo può:
- ricevere gli impulsi per mantenere la sua oscillazione ad una determinata amplitudine;
- produrre (ad ogni oscillazione) corrente o una carica elettrica.

Le scariche elettriche prodotte sono d'altissima frequenza, le quali vengono contate dal circuito: quando raggiungono un numero determinato l'integrato emana anch'esso un impulso per muovere il motore passo passo.

La frequenza del risonatore al quarzo, essendo molto elevata, deve essere "trasformata" in una frequenza più bassa per essere utilizzata come movimento meccanico, per così muovere le lancette.

La spinta al motore avviene ogni secondo e questo ha il compito di far girare appunto la lancetta corrispondente; poi con un treno di ingranaggi quella dei minuti e ore.

Com'è fatto

Si può avere un'affissione analogica o digitale.
Possiamo affermare che il quarzo è l'organo oscillatore, mentre la pila è la fonte d'energia.

L'altra parte fondamentale dell'orologio al quarzo è il circuito integrato che ha parecchi compiti:
- mantenere le oscillazioni del quarzo
- contare le oscillazioni
- alimentare il motore oppure il display

Le barrette di quarzo devono essere fatte in un modo ben determinato; oggi sono tagliate col laser a forma di diapason e invecchiate artificialmente per aumentarne la stabilità d'oscillazione (32.768 = 32 kHz / sec).