Gli svegliarini monastici




Le tappe dell'orologeria: gli svegliarini monastici

Dopo la caduta dell'impero romano, con la relativa scarsa civilizzazione, la Chiesa è l'unica depositaria e centro del sapere.
Verosimilmente in questi luoghi furono costruiti i primi orologi meccanici, grazie alle tecniche e alla tecnologia che svilupparono l'arte di forgiare metalli, la lavorazione del ferro e la raffinazione dell'ottone.

La prima notizia datata relativa ad un orologio a pesi la troviamo nel "Tractatus de Anima" di Guillaume d'Auvergne (teologo e filosofo morto nel 1249).


Ritroviamo riferimenti anche nel paradiso dantesco:

dalla Divina Commedia, canto XXIV del paradiso, verso 13-18

E come cerchi in tempra d'orioli
si giran sí,che 'l primo a chi pon mente
quieto pare, e l'ultimo che voli;
cosí quelle carole differente-
mente danzano, della sua ricchezza
mi facíeno stimar, veloci e lente.

dalla Divina Commedia, canto X del paradiso, verso 139-144

Indi, come orologio che ne chiami
nell'ora che la sposa di Dio surge
a mattinar lo sposo perché l'ami,
che l'una parte e l'altra tira e urge,
tin tin sonando con sí dolce nota,
che 'l bel disposto spirto d'amor turge;


L'orologio meccanico molto probabilmente è nato nel XII sec. quando i frati Benedettini avevano l'obbligo di pregare tutti insieme a notte inoltrata; ritenevano infatti che le preghiere così eseguite avessero più efficacia e non adempierle comportassero severe punizioni dopo la morte.
Il problema è che serviva un frate con il compito di non dormire per poi svegliare tutti suonando una campana.

Frà Martino, Campanaro, dormi tu? Dormi tu?
Suona le campane
Suona le campane
Din, don, dan
Din, don, dan

Eh già, e se si addormentava?
Commetteva un grave peccato!
Facendolo compiere anche agli altri!

Proprio per ovviare a questo rischioso inconveniente, un frate elaborò una specie di sveglia che faceva suonare una campanella dopo un determinato periodo di tempo.
Può essere considerato come un primordiale "timer", infatti non vi era l'indicazione dell'ora.

Stiamo parlando dello "svegliarino monastico" (svegliatore o destatore monastico).
Non era composto da non più di 4 ruote azionate da un peso; su una ruota frontale si posizionava un perno che svincolava un altro peso che faceva suonare una campana tramite semplici ingranaggi.
Il rallentamento delle ruote non poteva essere affidato ad una ventola perché risultava insufficiente e la carica si sarebbe subito esaurita.
Si creò così un meccanismo chiamato "Scappamento a verga".
La sua funzione era quello di rallentare e regolare il moto delle ruote, quindi di conseguenza l'idicazione oraria.