L'usura delle parti meccaniche
In orologeria, come nel resto della meccanica, gli attriti
provocano l'usura.
Iniziamo con il rendere l'idea dell'entità delle forze esistenti negli orologi.
Per quantificare l'usura, i tecnici non usano formule teoriche ma riproducono le condizioni di lavoro dei materiali; le macchine impiegate in orologeria per questo scopo sono chiamate "microtribometri".
Con questi ultimi, si è scoperto che il perno del bilanciere esercita sulla contropietra un carico pari a quello di una locomotiva sui binari (in assenza d'olio).
Quando parliamo del perno del bilanciere, stiamo nell'ordine di centesimi di mm e la sua estremità anche nei millesimi; il carico si concentra in quel poco spazio.
Negli orologi possiamo riscontrare vari tipi d'usura:
Usura da fatica
Le enormi forze che sono presenti in un orologio, creano delle sub-microscopiche fratture, le quali sono la causa del distaccamento di materiali (si rende il contatto fra gli elementi più problematico).
Usura adesiva
Le piccolissime parti che si staccano si vanno a porsi tra il perno e la boccola (o la pietra) dando origine alla morchia.
Usura chimica
Se fra il perno e la boccola c'è dell'aria, si creerà dell'ossidazione la quale sarà strappata via dall'attrito; ciò provoca il consumo del materiale. Anche in presenza d'olio si riscontra tale usura ma in misura molto ridotta.
Usura abrasiva
L'aria contiene quelle polveri abrasive che si vanno a interporre tra i materiali provocando dei microscopici scavi sulle superfici.
Tutte queste usure, costituiscono insieme l'usura combinata.
Nel bilanciere agiscono sulle pietre perpendicolarmente all'asse, mentre negli altri ingranaggi il carico è radiale al perno. In questo caso abbiamo l'ovalizzazione della boccola e l'usura del perno.
L'usura deve essere combattuta per prolungare la durata della vita dell'orologio; per ottenere ciò l'unica cosa da fare è la revisione periodica
e la lubrificazione .